Quest'anno stavo saltando la mia solita immersione al festival del cinema gay e lesbico di Milano, il Festival Mix (problemi di tempo e di logistica); poi una mail di un'amica etero che per la prima volta voleva venire alla manifestazione mi ha convinto ad andare almeno una sera, quella del lunedì (la penultima).
Tra l'altro forse questa amica ha fatto parte della lista di amici etero a cui qualche volta ho chiesto, nel tempo, di venire al festival - con scarsi risultati; felice comunque che almeno una volta in tutto questo tempo abbia potuto vedere i film con amici non gay.
Mi è andata bene: prima la visione del bel documentario "365 WITHOUT 377" che ha raccontato l'India GLBT che ha festeggiato un anno dall'abrogazione della repressiva legge contro l'omosessualità - làscito avvelenato del colonialismo inglese; poi il film tedesco "Romeos", recitato benissimo e interessante nel proporre un trans FtM alle prese con un amore meno che alcuni riterrebbero "diverso", anche negli ambienti GLBT meno "aperti".
Il documentario "indiano" è stato girato da Adele Tulli, presente alla proiezione, e mi è piaciuta sia la regia, sia l'aver individuato tre diverse persone da seguire durante la preparazione della manifestazione: un attivista gay, una lesbica, una trans danzatrice. Le loro storie sono raccontate con semplicità ( e sono anche molto commoventi) e sono tutte rappresentative di un percorso di vita che assomiglia per certi versi a quello di molte persone GLBT occidentali, anche se in India per ovvie ragioni è tutto più difficile.
Anche in India i maggiori avversori dell'abolizione di questa norma orribile (che poteva condannare le persone sorprese a praticare atti omosessuali fino al carcere a vita) sono stati i rappresentanti di diverse confessioni religiose, tutti allegramente coalizzati contro i "propagandatori" di uno stile di vita" contro natura".
In "Romeos" invece c'è un po' d'Italia, dato che uno dei protagonisti è di origine italiana (nella vita e nel film, con tanto di famiglia in cui si parla italiano), come la regista d'altronde.
Il protagonista FtM in realtà è un attore maschio, appositamente provvisto di protesi (anche se ho fatto fatica ad accorgermene nelle poche scene in cui si vede a torso nudo). Nel film da una parte c'è la storia del suo percorso verso l'identità completa tra se stesso e il suo corpo, dall'altra c'è la storia d'amore con un uomo bisessuale (per quel che ho capito); in ogni caso c'è la ricerca della libertà e del superamento di stereotipi e paletti, che comunque in Germania mi sembrano essere molti meno che qui in Italia.
Dall'informazione sul web apprendo che a vincere il FestivalMix è stato il film spagnolo "80 Egunean", storia d'amore tra due donne anziane. Il soggetto mi sembra davvero interessante, per chi come me vorrebbe recuperare la visione di questo film c'è la notizia che prossimamente potrà essere visto su Queerframe, un sito di cui avevo già parlato qui.
domenica 5 giugno 2011
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