domenica 5 dicembre 2010

Io e Morrissey

Gli "Smiths" (meglio, "The Smiths") furono un gruppo musicale che abbe vita breve (circa 1983-1987) ma che ebbe grande importanza nella musica pop-rock indipendente di quel periodo - tuttora alcuni loro dischi vengono considerati tra i più importanti in assoluto. Il cantante degli Smiths era Morrissey, che poi continuò una soddisfacente carriera solista (che dura tuttora).
A metà anni ottanta dunque fui rapita totalmente dagli Smiths, ma soprattutto dal personaggio Morrissey - decadente, malinconico al limite del depresso, appassionato di letteratura (Oscar Wilde e Byron su tutti), controverso, reticente sulla propria sessualità. All'epoca compravo diverse riviste di musica, e immagino sia lì che trovai informazioni approfondite  sul significato che si attribuiva ai suoi testi, e anche sul seguito che aveva Morrissey tra i giovani omosessuali - si diceva che il brano "Hand in Glove" fosse diventato quasi una bandiera del nascente movimento gay.
Morrissey però non hai mai esplicitato la sua omosessualità - anche se si vedeva lontano un miglio: poteva anche lasciare tutti i testi delle canzoni privi di riferimenti al genere (bontà dell'inglese!) ma non poteva ingannare i possessori di "gaydar", o anche chi semplicemente avesse uno sguardo un minimo attento.
Nei suoi testi spesso si fa riferimento alla non accettazione di sè, della propria reale natura, al disprezzo della società, ad amori impossibili, ecc. Non sono mancate voci sui suoi presunti fidanzati (mai sulle presunte "fidanzate"), e tanto per capirci basta andare a vedere il video di "November spawned a monster", in cui un pur esagerato ed autoironico Morrissey si lascia andare senza reticenze.


Il video qui postato ("Suedehead") non presenta la canzone da me preferita del suo percorso solista, tuttavia è carino perchè nelle prime immagini ci sono molte citazioni del suo passato smithiano, e perchè esemplifica molto il suo amore per la letteratura, le citazioni, e per James Dean, uno dei suoi numi tutelari (molto gayo, non a caso...).
Durante il mio periodo morrisseyano avevo il testo di "Hand in Glove" appeso in camera ("D'amore e d'accordo/ La Gente Perbene ride di noi/ Sì, saremo anche vestiti di stracci/ Ma noi abbiamo qualcosa che loro non avranno mai") , cercavo disperatamente le traduzioni delle sue canzoni (oggi c'è internet, e un sito come questo, ad esempio), le cantavo senza sosta, immedesimandomi molto nella sensazione di solitudine e frustrazione dell'adolescente gay-tipo che faceva spesso capolino dalle canzoni sia degli Smiths che di Morrissey versione solista.
Morrissey però non era solo autocommiserazione e malinconia: molto spesso nelle sue canzoni c'è autoironia e quel sottile sarcasmo dalle venature british che talvolta sfociano nella critica sociale e politica ("The Queen is Dead", "Margaret On The Guillotine", "Vicar in a tutu", ecc.). 
Quando avevo 20 anni però adoravo commiserarmi molto più di Morrissey, temo (senza avere avuto neanche la parvenza delle sue disavventure amorose e dei suoi rifiuti), i versi che amavo assomigliavano tutti più o meno al testo di  "Last Night I Dreamt That Somebody Loved Me": ("La scorsa notte ho sognato/ Che qualcuno mi amava/ Nessuna speranza - nessun male/Solo un altro falso allarme/ La scorsa notte ho sentito/ Braccia vere intorno a me/ Nessuna speranza - nessun male/ Solo un altro falso allarme/ Allora dimmi quanto ancora/ Prima di quello definitivo?/ E dimmi quanto ancora/ Prima di quello giusto?/ E' una storia vecchia - lo so/ Ma va avanti/ E' una storia vecchia - lo so/ Ma va avanti/ Va avanti..").
Ho seguito la carriera solista di Morrissey per i primi anni, poi al terzo album (così così, al contrario dei primi due, molto belli) abbandonai Morrissey assieme alla mia prolungata adolescenza - la mia vita in quel periodo cambiò abbastanza e non ebbi più tempo per certe cose. Perso il contatto con Morrissey e la sua musica è solo recentemente che ho recuperato i lavori in cd sia degli Smiths che dei primi album di Morrissey; ancora più recentemente ho ascoltato il suo ultimo lavoro ("Years of Refusal") e mi è sembrato di risentire gli echi del vecchio Morrissey - e lui è tornato a un certo successo, il che mi fa piacere, anche se continua a rimanere controverso come personaggio e reticente.

Tutti i testi citati sono traduzioni prese dal sito "Wor(l)d of Morrissey", ottimo punto di partenza per conoscere il lavoro di Morrissey (molte delle canzoni propongono delle note che spiegano i riferimenti, le citazioni - da libri, film, o altro - le polemiche, il contesto).
Per chi volesse ascoltare qualcosa degli Smiths e di Morrissey proporrei per iniziare con "Hatful of Hollow" e "The Queen is Dead" per i primi, "Viva Hate" e "Bona Drag" per il secondo. Su Youtube si trovano molte loro canzoni, naturalmente.

19 commenti:

  1. non seguivo Morrisey sotto questo aspetto, ti dirò che la musica che produceva mi lasciava indifferente. Mi spiego: etero od omo non ha fatto mai differenza x me sulle note.
    Stiamo parlando di anni '80 quindi Pet Shop Boys, Frankie Goes To Hollywood, Jimmy Sommerville (con Bronsky Beat, Communards o senza) rilasciavano sensazioni che trascendevano l'altra parte del materasso. I tempi sono cambiati ed il fatto che Tiziano Ferro abbia fatto outing passa in un trafiletto come dev'essere (anzi sopravviverei benissimo senza saperlo).
    Può darsi che io non abbia capito cosa volevi trasmettermi con questo post ma è opinione di questo grigio, vecchio dentro, conservatore, etero, innamorato, quale sono pensare che questo dividere in categorie tutto sia nocivo alla causa di chi vuole amare chicchessia.
    Perdona lo sfogo, tutto ciò che ho scritto devi ascoltarlo a bassa voce come se stessimo prendendo un caffè insieme. O un the. O una vodka. Ciò che vuoi insomma.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  2. Quando scrivo un post non oenso che devo trasmettere qualcosa di preciso a qualcuno di preciso. Come scritto nella presentazione a capo del blog, sulla destra, in questo blog parlo del mio immaginario in quanto lesbica. Non ne parlerei se l'omosessualità fosse data per scontata quanto l'eterosessualità.
    Mi fa piacere che per te la musica abbia valore a prescindere dalla sessualità di chi la canta: anche per me è così. Se non avessi amato la musica degli Smiths e di Morrissey avrei dato molto meno valore ai testi, anzi, non me ne sarei interessata (dato che non conoscevo neanche un po' l'inglese, all'epoca).
    Negli anni 80 ero adolescente, credevo come tanti etero che mi circondavano che non avrei mai avuto una vita normale; che ci fossero dei testi che sembravano parlare di me, delle mie sensazioni, della mia solitudine - be', per me importava.
    Ovvio che tu non la veda allo stesso modo, siamo tutti diversi, e appunto tu sei etero - sarà una categoria "fasulla", ma finchè la società continuerà a dare tanta importanza a questi termini sarò costretta a farlo anche io.
    Finchè uno non si scontra con i muri che creano gli altri è fin troppo facile dire che non esistono, e che anzi ci nuociono (ma va'?).

    RispondiElimina
  3. per un'imperdonabile leggerezza (non ho cliccato su "iscriviti per email") leggo la tua risposta solo oggi.
    Non ho argomenti per controbattere, prendo atto di ciò che mi scrivi.
    Sono convinto che amare le donne per te sia stato più complicato che per me però la realtà supera sempre l'immaginazione quindi ascolto in silenzio chi mi parla di vita vissuta.
    A presto.

    RispondiElimina
  4. be', io ho scoperto gli smith per caso, per la copertina di un lp con soldato con caschetto, era il 1990, non c'era ancora internet e mi piaceva la musica, non sapevo chi fosse Morrisey e che fosse gay. Tuttavia i muri di genere c'erano all'epoca e ci sono tuttora. E quando si creano presunte minoranze e alle minoranze si associano sentimenti, immaginari, morali non sue e pure denigranti, be' non bisogna stupirsi che la minoranza in questione rivendichi propri spazi, propri immaginari e proprie morali... et voilet ecco create cosi' le categorie di etero e di omo...
    l'ambiguità puo' essere una scelta personale... o di mercato!
    buone feste.

    RispondiElimina
  5. Buone feste anche a te, e a tutti quelli che passano di qui...
    Per quanto riguarda Morrissey: forse più che scelta di mercato o personale magari sono entrambe le cose. Ho l'impressione che la scelta di rimanere nell'ambiguità fosse dettata più dalla paura che l'attenzione e l'interesse dei media si potesse focalizzare solo su quello - e non su Morrissey in quanto persona (e personaggio), e sui contenuti anche politico-sociali di alcune canzoni, per esempio. Tant'è, a chi doveva arrivare un certo messaggio è arrivato senza problemi...

    RispondiElimina
  6. Però devo dire che mi sembra tanto una semplificazione tutto questo.
    Cioè, ascrivere ai testi di Morissey il significato di messaggio rivolto alla sua "alta" sessualità forse è un attimo esagerato, in quanto Morissey in realtà ha sempre definito la sua sessualità alquanto complicata anche per una sorta di mancanza vera di stimoli effettivi nell'una o nell'altra direzione. Cioè la sua assoluta comlicatezza risiede proprio nel fatto che lui per lunghi tratti della sua vita dice di non aver desiderato effettivamente ne uomini ne donne. Forse sono io che ci vedo quello che voglio, visto che nella mia esperienza personale attualmente vivo esattamente questa condizione di "altro" del tutto non definibile. Ma proprio perchè nella gabbia del linguaggio in cui costringiamo di continuo le nostre emozioni e le nostre sensibilità non esiste una effettiva definizone per questo tipo di particolare condizione, la storia, l'immagine, il personaggio Morissey è diventato "strano" "altro". E non propriamente "gay". A mio modesto avviso.
    Ciao

    GW

    RispondiElimina
  7. Non conosco Morrissey personalmente, quindi giudico il personaggio da quello che dice ( ma anche da quello che ostentatamente non dice), da come canta, da come si presenta, si veste, si muove, dalle citazioni letterarie (Wilde era un idolo per lui), dai suoi gusti culturali (adorava i New York Dolls, Bowie, ecc.), dalle copertine dei dischi, dai registi chiamati a girare i video degli Smiths. E' vero, tanti indizi non fanno una prova, ma lui su questo suo non voler dire chiaramente "sì sono gay" oppure no ha costruito il suo personaggio, certamente anche per distinguersi da coevi altri gruppi o cantanti che invece non nascondevano la loro omosessualità, e anche per non lasciarsi ingabbiare in definizioni che avrebbero certamente ristretto il suo pubblico: molto astuto.
    Tu infatti lo vedi solo come "strano", io e moltissimi altri gay e lesbiche no. Dire che Morrissey probabilmente è un omosessuale che non vuole parlare esplicitamente di omosessualità non vuol dire fare una semplificazione, al contrario, secondo me rende ancora più complessa la sua personalità - certamente deve aver avuto problemi con se stesso e problemi affettivi, tuttavia le sue canzoni d'amore sono abbastanza esplicite - e tante grazie all'inglese dietro cui può nascondere il genere (o anche no, non so, basta ascoltare This Charming man, ad esempio). Non è che se uno non definisce se stesso per motivi suoi può pretendere che gli altri debbano fare altrettanto perché se no siamo "confinati", "ristretti", "troppo semplici": so chi sono, so chi amo e desidero, non me ne sento diminuita; probabilmente lo sa anche Morrissey ma non vuole dirlo per motivi anche diversi da quelli da me ipotizzati qua sopra: quel che conta è quello che è riuscito a trasmettere a tanti gay e lesbiche (e se non lo avesse voluto avrebbe potuto dire più chiaramente che ci si doveva astenere da certe interpretazioni).
    Qui un paio di link a recensioni di video degli Smiths, dove si vede bene come l'ambiguità sia cercata, ma per chi ha occhi per vedere...
    http://www.culturagay.it/cg/recensione.php?id=492
    http://www.culturagay.it/cg/recensione.php?id=475

    RispondiElimina
  8. Neppure io conosco personalmente Morissey, quindi naturalmente mi limito a dire quel che trasmette a me, e devo dire che a mio modo di vedere tutta questa ostentazione nel "dire, non dire" è un fenomenale mezzo espressivo per parlare di assoluto, cioè forse ciò che vuole lui è semplicemente parlare di assoluto, senza stare lì a definire esattamente il colore del sentimento.
    Ovvio, questa ribadisco che è la mia sensazione personale.
    Inoltre proprio grazie a questa sua capacità di trasmettere, riesce a trasmettere a te cose diverse da quelle che trasmette a me. E questo denota arte, non semplice e grezzo mercantilismo, quello che troppo spesso ha coinciso (da sempre, non voglio fare il profeta del "una volta era meglio") col successo e la fama. Poi senz'altro ci può stare che tu abbia completamente ragione, e lui ci abbia furbamente marciato, ma in quel caso comunque l'avrebbe fatto in un modo molto sofisticato, quindi in definitiva morissey è gay? etero? asessuato? plurisessuato? Chisseneimporta, w Morissey!
    Ciao

    GW

    RispondiElimina
  9. "Chisseneimporta, w Morissey!" Su questo concordo al 100%!

    RispondiElimina
  10. Ciao, sono finito qui cercando notizie su Morrissey. Anch'io ero adolescente negli anni '80, e comprai quello che poi si rivelò l'ultimo disco degli Smiths, che conteneva la canzone che hai citato Carol cioè "Last night I dreamt...". Mi colpì subito quella canzone, e quando riuscii a conoscere il testo mi ci ritrovai completamente.
    Allora avevo aspettative che si possono dire caratterizzate dal buon senso, poi tutto è andato in malora e la mia vita è andata sempre peggio.
    Parlando di sentimenti posso dirvi che non ho mai avuto una relazione, ho pagato qualche volta per riuscire a fare delle esperienze sessuali delle quali sentivo il bisogno per sentirmi più all'altezza degli altri.
    Quelle esperienze furono con delle prostitute, perché mi sembrava "normale" andare in quella direzione, anche se i conti non tornavano.
    Adesso che ho superato i quaranta mi sono reso conto di essere omosessuale, ma non vivo questa mia realtà per i problemi che mi porto dietro.
    Per questo Morrissey mi aiuta molto quando tratta del tema dell'impossibilità di riuscire ad ottenere quello che si desidera a causa della propria inadeguatezza.
    In questo senso sento particolarmente vicina a me una canzone del 2004 che mi permetto di consigliarti e di consigliarvi, cioè "Let me kiss you".
    Quando ho letto il testo ho pensato che era fatta apposta per me!
    Buona vita a tutti

    RispondiElimina
  11. Buona vita anche a te Gino, spero che le canzoni di Morrissey non rimangano solo un "posto dove rifugiarsi e riconoscersi" ma anche un motivo di stimolo per non dare mai per scontato che le cose debbano andare sempre come vanno.

    RispondiElimina
  12. Ciao a tutti, come è divertente a volte la rete, ti permette di scoprire sempre cose nuove partendo da una piccola cosa.
    In questi ultimi mesi sto ascoltando molto Morrissey, e mi sono imbattuto in un video dove canta "Redondo beach".
    Sul sito dove c'è la traduzione del testo si dice che si tratta di una cover di una canzone di Patti Smith.
    Cerco l'originale e qualche informazione, e salta fuori che parla di un amore tra due donne che purtroppo finisce molto male.
    Triste ma bella, ve la consiglio.

    RispondiElimina
  13. Ciao, finalmente l'ho visto in concerto, è stato molto bello ed ha iniziato lo spettacolo con Hand in Glove.

    RispondiElimina
  14. Bello sapere che Morrissey continui ad amare le vecchie canzoni - specialmente questa!

    RispondiElimina
  15. Molto bello il tuo post Carol, anch'io sono capitato qui per caso e mi sa che io e Gino abbiamo visto lo stesso concerto, perchè a Padova lo scorso autunno Morrissey ha cominciato proprio con Hand in Glove. Devo dire che Morrissey è un personaggio fuori dagli schemi, insolito, personale, controverso, ma bravissimo a dare espressione agli stati d'animo malinconici. Ognuno di noi ha spesso dei motivi d'insicurezza e riflessione, lui è il migliore a descriverli. Io sono un 40enne pienamente cosciente della propria eterosessualità, ma in concerto Morrissey esprime una sensualità conturbante, ambigua. Mi sono emozionato fino alle lacrime per la prima volta in vita mia, e di concerti ne ho visti a centinaia. Non credo sia qualcosa di sessuale, quanto piuttosto qualcosa che scavalca la sessualità. Ciao Carol West!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Massimo, grazie per il tuo commento - hai ragione anche tu, Morrissey raggiunge persone molto diverse tra loro, non potrebbe essere altrimenti, non è certo diventato famoso solo perchè per molti gay è un'icona: a ognuno riesce a comunicare sfumature e contenuti diversi che però hanno una base comune, quella malinconia che citi e che è la sua cifra stilistica.

      Elimina
  16. Ciao a tutti.Ritengo i sentimenti espressi da Morrissey universali e perciò non relegabili a una sola categoria.L'adolescenza,problemi di cuore,senso d'ineguatezza di fronte a un mondo affatto a misura d'uomo o di donna e men che meno di bambino,hanno cementato la mia passione per la musica e i testi degli Smiths.Chiudo gli occhi e tutto mi appartiene.Non siamo gay o etero (oppure perché oppressi da sentimenti negativi,completamente asessuati,come ipotizzato da GW)Siamo cuori,che citando una frase di una canzone di Ivano Fossati"Qui se accendessero le luci e riabbassassero le luci ci troverebbero tutti in piedi con gli occhi aperti qui.Qui se si alzassero gli orizzonti e riabbassassero gli orizzonti ci troverebbero a pregare"

    RispondiElimina