martedì 25 maggio 2010

Voglia di genitorialità

Lo confesso, fino a non molto tempo fa facevo parte della nutrita schiera dei dubbiosi rispetto al desiderio (ed eventuale diritto) delle coppie gay e delle lesbiche di poter crescere dei figli (naturali o adottati).
Non è facile liberarsi dai pregiudizi dovuti all'essere cresciuti in una società come la nostra, dominata dal paradigma eterosessuale e patriarcale veicolato da secoli dalla Chiesa cattolica - con tutto quel che ne consegue. Crescere e respirare in quest'ambiente culturale vuol dire assimilare per osmosi, senza neanche rendersene conto, pregiudizi e falsi miti; solo una forte personalità, o una volontà di conoscere e capire, o anche un ambiente liberale possono contrastare la tendenza al conformismo delle idee.
Il desiderio di paternità e maternità di gay e lesbiche (lesbiche più che altro) iniziava già a farsi strada un po' di anni fa, lentamente e in sordina, mentre magari erano guardati con diffidenza primariamente dagli stessi  omosessuali che non capivano questa esigenza - che oltretutto avrebbe comportato ostacoli mostruosi, e probabilmente - si diceva - avrebbe reso difficile la vita a questi figli che sarebbero stati certamente ostracizzati a scuola, ecc.
Questo argomento nel secolo scorso veniva usato rispetto ai figli delle coppie miste nell'America dell'emancipazione dei neri, appena avvenuta, e quindi ancora impreparata - si diceva - ad accogliere questa sconvolgente novità.
Nel caso delle adozioni tanti anni fa Giovanni Dall'Orto (il suo sito si trova tra i links a lato) diceva che i gay non potevano pretendere questo "diritto", in quanto il solo diritto è quello dei bambini ad essere adottati - bambini che avrebbero trovato difficoltà ad essere accettati in questo tipo di società, e tutto per le esigenze egoistiche dei genitori...
Non è un argomento da sottovalutare, certo, ma come trattare allora i numerosi casi dei bambini figli di genitori divorziati che poi creano nuove famiglie con persone dello stesso sesso? Ogni nostro comportamento è passibile di essere "egoistico", qualsiasi comportamento che si discosti dalla "normalità sociale" lo è: per questo deve essere a priori considerato riprovevole?
In altri stati, negli USA in special modo, da tempo questi bambini in teoria svantaggiati crescono all'interno di famiglie gay e vanno a scuola, e ci sono studi ormai di decenni che dimostrano che i figli in questione non hanno incontrato più difficoltà della media degli altri bambini, anzi.
Per chi voglia approfondire la questione c'è un libro abbastanza recente (e che presenta dati più aggiornati) scritto da Chiara Lalli, "Buoni genitori". A questo link si può trovare un'esaustiva intervista all'autrice, che da tempo interviene spesso nei dibattiti a favore dei diritti degli omosessuali e che ne scrive (anche) nel blog "Bioetica" a cui collabora.

A parte gli studi e le nostre remore personali bisogna mettere in conto anche le esperienze: conosco almeno un paio di coppie lesbiche che hanno figli ormai cresciuti che non hanno avuto problemi particolari con i loro figli, che sono normalissimi. Come loro da tempo in Italia ci sono tantissime famiglie omogenitoriali che hanno deciso di costituirsi in associazione, sono le Famiglie Arcobaleno. e un documentario sta per uscire sull'esperienza di due coppie omosessuali alle prese con la genitorialità: una cobbia di lesbiche che sta già crescendo tre figli, e una coppia di gay che sta cercando una madre surrogata (argomento che suscita un nuovo genere di domande, e il dibattito è infatti aperto).  Il documentario si chiama "Il lupo in calzoncini corti" ed è in fase di postproduzione; per chi volesse sostenere l'iniziativa, che è andata avanti proprio grazie all'apporto di finanziatori esterni, qui c'è il link.

I bambini di coppie gay si pensa che possano trovare qualche difficoltà a scuola, ad esempio, stante che il livello medio delle famiglie etero potrebbe essere quello che si vede in trasmissioni come queste (che, non dimentichiamolo, vengono viste da milioni di italiani): suggerisco di leggere anche i commenti lasciati su Queerblog perchè certe argomentazioni sono molto interessanti.
In realtà i bambini in genere spesso hanno risorse che neanche ci aspettiamo, ma i figli di coppie gay in particolare vengono cresciuti ed educati ad avere rispetto per se stessi e la loro famiglia, ad avere anche una forza che spesso, nelle ricerche che si fanno su di loro si trasforma in una maggiore maturità ed equilibrio.
Io personalmente non ho mai avuto alcun istinto alla maternità, alcun desiderio cosciente o incosciente: troppo presa dai miei problemi, dalla mie mancanze. Le donne lesbiche che ho sentito avere questa esigenza invece erano molto sicure e forti, motivate e consapevoli, senza alcun dubbio più di certe donne etero che i figli - a volte - li fanno per seguire la norma sociale, per sentirsi "realizzate": e si vede poi nel modo in cui vengono cresciuti, questi figli...

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