domenica 19 settembre 2010

"Quelle due"

"Quelle due" è il titolo italiano del film "The children's hour" di William Wyler, del 1961 (e la data è molto importante), con protagoniste Audrey Hepburn e Shirley MacLaine.
Il regista aveva già girato una prima versione di questa storia (tratta da un testo teatrale di Lillian Hellman) nel 1936, ma il tema del'omosessualità all'epoca non poteva essere affrontato apertamente, e i produttori intervennero pesantemente sulla trama e sul finale.
Nel 1961 non è che la società fosse pronta ad accettare un orientamento sessuale diverso da quello maggioritario, ma quantomeno si poteva iniziare a parlare del fatto che sì, le lesbiche e gli omosessuali esistevano, e non erano mostri.
Chi critica questo film guardandolo con gli occhi di oggi non fa un buon servizio alla parte più progredita della società di allora;  e ci si dimentica che il film è stato prodotto dalla classica industria hollywoodiana, non certo dal cinema indipendente.
La prima volta che vidi il film in televisione, molti anni fa, rimasi spiazzata: il film inizia come una classica storia di "bambine di collegio", tra cui emerge la "cattivella" di turno che si inventa un terribile gossip sulle sue due maestre: le due si sarebbero scambiate un bacio!
La maldicenza provoca una veloce messa al bando sociale delle due maestre, e la crisi del fidanzamento di Karen (Audrey Hepburn); qui il film sembra ancora una critica al perbenismo moralista, alla prigione costituita da rigide norme sociali che stritolano qualsiasi cenno (anche se falso, come si rivelerà presto) di "devianza" dalla "normalità borghese".
Tuttavia, anche se mai apertamente nominata, l'omosessualità femminile si mostra apertamente, come possibilità; a chi, come Martha, è lesbica repressa da sempre questo rappresenta l'apertura del Vaso di Pandora  della sua consapevolezza: lei ama da sempre Karen, adesso se ne rende conto...(e noi possiamo ricordarci  di una sua frase all'inizio del film, il suo ricordo di quando ha incontrato per la prima volta Karen, tanti anni prima, di come avesse pensato "Com'è carina...").
La scena straziante in cui Martha confessa il suo amore a Karen la si può vedere qui in italiano, e qui in inglese (molto meglio); mi sembra di poter dire che la traduzione sia abbastanza fedele. Qui in un blog (che riassume tra l'altro benissimo la trama) verso la fine del post c'è la trascrizione del discorso di Martha - un discorso che è credibile se immaginato in quei tempi così lontani,  in cui l'omosessualità era considerata ancora malattia, aberrazione, colpa: dialogo quindi del tutto verosimile.
La cosa tremenda è che quelle parole esprimevano quasi alla lettera il modo in cui rappresentavo il mio desiderio durante i miei 16 anni, come fossi partita direttamente dai repressivi anni cinquanta; la morte che lì fu scelta (scelta?) da Martha era la morte che sentivo girarmi attorno - a distanza per fortuna. Quando un adolescente ingenuo, solo, sensibile si trova d'un colpo un qualcuno o qualcosa che fa le veci della "diceria" non è pronto a tradurre il valore dei propri sentimenti in maniera "moderna": si parte da zero, si parte dall'odio di sè come riflesso dell'odio della società "anni cinquanta", si parte dal livello zero del cammino verso l'accettazione, la consapevolezza, il rispetto di sè.
Nel film cosa sarebbe stato scelto come classico "lieto fine"? Il ravvedimento di Martha? Le scuse piene del fidanzato di Karen e il suo matrimonio? O la morte di Martha e la realizzazione comunque del matrimonio di Karen, a mitigare quel finale terribile?
Certo, come suggerito da Karen - che da vera amica (persino troppo) accetta senza criticarlo l'amore di Martha - le due potrebbero trasferirsi in un'altra città; magari una grande città dove poter trovare qualche  nascosto ambiente lesbico per Martha, e magari un fidanzato più aperto per Karen... Finale irrealistico, tuttavia. Ai tempi (e ancora adesso!) di omofobia interiorizzata o esteriorizzata si muore.
Wyler conduce alle estreme conseguenze l'omofobia della società del tempo; e purtuttavia evita il finale etero-consolatorio: nell'ultima scena del film Karen non torna dal fidanzato, anzi, cammina a testa alta passando tra gli sguardi indagatori dei bigotti, con l'aria di chi starà sempre dalla parte delle Marthe di turno.

Il film è introvabile in italiano in dvd. Io l'avevo registrato qualche anno fa in un passaggio notturno televisivo; da VHS l'ho poi riversato su dvd. Su Youtube come visto il film si trova tutto, in originale, tagliato in spezzoni da 10 minuti; con una breve ricerca è possibile trovarlo anche in italiano su qualche sito in streaming.
Ah, e a interpretare una delle ragazzine del collegio compare per la prima volta in un film Veronica Cartwright, una delle protagoniste del film "Alien" di cui ho parlato nel post precedente.

2 commenti:

  1. l'ho appena visto! In effetti e' un film inaspettato: occorre stupirsi per il solo fatto che siano riusciti a produrlo e a distribuirlo. Un finale triste ma azzeccatissimo: karen che cammina a testa alta, a piedi, attraverso gli alberi in fiore. E' primavera, una nuova rinascita (piu' volte nel film si parla di iniziare da capo). Ora voglio recuperare il testo teatrale da cui e' stato tratto.
    ciao

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  2. Sì, anche per me è sorprendente quel film vista la tematica e il modo con cui è trattata (Karen non è affatto delusa o disgustata da Martha, anzi, nonostante tutto le propone di andare via con lei!) - il tutto ricondotto all'anno in cui è stato distribuito!
    Se riesci a leggere il testo teatrale (immagino in inglese) dimmi poi come ti sembra...

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