Quando lessi questo libro ( età tra i 10 e 12 anni) l'identificazione con Jo fu istantanea (e non credo di essere stata l'unica lesbica, tutt'altro). La difficoltà di crescere al di fuori degli stereotipi di genere accomunava ragazze dell'8oo e ragazze del XX° secolo: abbastanza incredibile a pensarci...
Per dirla attraverso una frase un po' stereotipata Jo era "un maschiaccio", Jo sognava di fare un mestiere (la scrittrice) a quei tempi non molto consigliati per una donna (quello come numerosissimi altri), Jo non ricambiava l'amore di quel simpatico e bel ragazzo di Laurie...insomma, ce n'era per rendermi Jo un personaggio indimenticabile, ma al sottotesto lesbico avrei pensato vagamente solo molti e molti anni dopo.
Ma si può arruolare Louisa May Alcott tra le lesbiche non dichiarate? Certo, fu protofemminista, certo, non si sposò mai, certo, intervistata dalla scrittrice Chandler Moulton disse pressappoco: "...Io sono per oltre la metà persuasa di avere l'anima di un uomo, messo da qualche scherzo della natura nel corpo di una donna ... Perché mi sono innamorata nella mia vita di tante belle ragazze e mai una volta di qualche uomo" (orrida traduzione, rimando all'originale, soprattutto al piccolo commento introduttivo che definisce questa affermazione di un "candore pre-freudiano").
Arruolare tutte le zitelle volitive che vissero nell'800 come lesbiche (represse o no) sarebbe uno sbaglio; certo è che resistere alle pressioni sociali e interessarsi alla condizione femminile in maniera attiva è quasi un prerequisito per attirare su di sè dei forti sospetti (dalle lesbiche col gay-radar, of course...).
Molte lesbiche di epoche passate non ebbero neanche modo di vivere praticamente in qualche modo la loro omosessualità, che spesso rimaneva latente o mascherata. Della Alcott si sa poco, a quanto ho capito. Nel libro "Picoole donne" Jo alla fine si sposa con il suo professore, assai più grande (che delusione quando lessi questa svolta della trama!); una specie di padre-collega più che un amante, un ottimo surrogato per un quieto vivere che le permettesse di portare avanti la sua carriera senza intoppi (mi pare, cosa che la Alcott però non fece).
Ci sono diverse edizioni cinematografiche tratte dal famoso libro, quella che ho visto più spesso è del 1949, con Liz Taylor e Janet Leigh, non male, come non male è quella più moderna del 1994 con Winona Ryder e Susan Sarandon.
sabato 19 giugno 2010
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