Ho di recente riascoltato dopo tanto tempo "Smalltown boy" dei Bronsky Beat, un successone degli anni '80 che ha riacceso ricordi e sensazioni lontane.
L'anno per la precisione era il 1984, ed era la prima volta che vedevo raccontato in un video - in maniera così esplicita e "normale"- l'innamoramento di un ragazzo per un altro ragazzo.
Per come sentivo le cose all'epoca vedere dei gay o vedere delle lesbiche suscitava in me lo stesso interesse e lo stesso meccanismo di empatia: il giovane Sommerville che guarda con amore il ragazzo che si tuffa nella piscina avrei potuto essere io - l'aria timida e impacciata, la sfiga del non essere ricambiato (be', lui al contrario di me ci aveva anche gentilmente provato, con esiti disastrosi), la vergogna dell'essere respinto dalla famiglia (ancora: be', la mia famiglia era ignara di me ma ero sicura che mai sarei stata accettata).
Insomma, quelle immagini rimasero impresse dentro me in profondità, quelle note erano la colonna sonora della mia malinconia, del mio senso di estraneità verso un mondo che vedevo così poco accogliente per gli omosessuali e le lesbiche.
domenica 25 luglio 2010
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Ehi, ma sei proprio “riluttante”! Strano che non hai pensato a “Mujer contra mujer” dei Mecano, forse perché era del 1988 e non del fatidico 1983/84? …o perché non trovi il video normalmente esplicito? … Scherzo!!!...
RispondiEliminaSuggestioni e video a parte, in che modo possono dimenticarsi dei “ruggiti” degli scozzesi Bronsky Beat, gli allora “emergenti” come noi? E “Smalltown boy” una volta che ti è entrata in testa difficilmente te la togli come motivo, soprattutto la voce in “falsetto” dell’impegnato Jimmy Somerville. Anche se a me la prima canzone a tematica che mi coinvolse ed è davvero piaciuta è stata proprio “Mujer contra mujer” che nel 1989/90 comparse tradotta in italiano sull’album “Figlio della Luna” col titolo “Per lei contro di lei”. Mi dirai che è una canzone un po’ troppo scontata, e io ti rispondo “sì, ma oggi! e non allora, almeno per me” e poi la voce della Torroja mi emoziona ancora, soprattutto se unita al video -naturalmente in spagnolo. Non so se l’emozione sale ancora perché proprio in quell’anno stavo per vivere la mia prima storia d’amore e quindi mi risultavano particolarmente vere le frasi della canzone quali: “Una pensa «con lei io peccherò» l’altra pensa «peccato è dirsi no»” … “È un amore che non va, l'amicizia servirà a coprirlo”…. “quell'amore che non sa dirsi no lì dietro al muro delle pietre sparirà”. (Insomma era la colonna sonora al mio film d’amore del momento). Bello anche il video che gira in rete dove duetta questo brano con la Sanchez, forse non impeccabile vocalmente ma i gesti tra le due cantanti parlano, senza malizia, della complicità femminile (e che ti ricorda questo? …Come?... Sì, esattamente: Lucida follia).
Comunque il video dei Bronsky Beat e dei Mecano di cui sopra li ho visti non contemporaneamente alla loro uscita così come il film “The Hunger” ossia “Miriam si sveglia a mezzanotte” di Tony Ridley, il fratello di Scott di cui tu hai commentato “Alien”. Dove, seppur film non a tematica e di grande insuccesso, sono contenute in assoluto le prime scene lesbo che io abbia visto, naturalmente dopo il bacio di “Lucida Follia”. E ne parlo qui perché, a parte la posizione primordiale che il film occupa nel mio immaginario di scenari, lì ho scoperto il canto che per me, finora, meglio di ogni altro rende la sensualità e complicità amorosa femminile. Infatti, l’abbinamento del duetto del primo atto della “Lakmè” (1883) di Delibes “Viens, Mallika” (o “duetto dei fiori”) come sottofondo alle scene amorose tra la Deneuve e la Sarandon, secondo me, è tuttora mitico. Impeccabile il passaggio dalla “riduzione per pianoforte” alla “vocalità piena” nel momento in cui tra le due donne inizia l’approccio fisico. Tuttavia, ripescando nel mio immaginario, non ha sortito effetti particolari lo stesso brano quando è stato proposto in alternanza tra le scene dal vivo di un concerto lirico e le uniche effusioni amorose tra Bette e Alice in “The L World” (3° stagione, mi pare). Forse perché ilmio immaginario le trova meno romantiche anche se più dirette.
Faccio notare, da pseudo “riluttante”, che:
- “The Hunger” propone il brano nel 1983, a cento anni dalla prima esecuzione (che il centenario fosse un’ulteriore intenzione provocatoria di Tony Ridley? Non so, anche perché sembra che a suggerire questa scena d’amore fosse stata la Sarandon.);
- il 1983/84 è lo stesso anno d’uscita di “Lucida Follia” e di “Smalltown boy”.
Anni davvero fatidici gli ‘83/84 per il risveglio omosessuale, vero Carol?
Ma ora è tempo di tornare “in the closet”. Anonimo46
P.S.: Per i pruriginosi: la canzone “Mujer contra mujer” dice anche:
“Io di certo non sarò a tirare quella prima pietra
e se le sorprenderò strette insieme
io non le disturberò
in silenzio da solo me ne andrò”.
Non ho mai visto "Mujer contra mujer".
RispondiEliminaHo visto il film di Tony Scott e sinceramente l'ho trovato imbarazzante, non ti so dire perchè. Lo ricordo pochissimo, l'ho proprio rimosso.
I due video che ho citato di “Mujer contra mujer” girano facilmente su youtube e anche la versione italiana della canzone intitolata “Per lei contro di lei”. Prova ad ascoltarla e vederli, mi piacerebbe sapere che ne pensi? Per quanto riguarda “The Hunger” il tuo imbarazzo potrebbe essere perché è un film sui vampiri, infatti, ho sottolineato che non era a tematica e che è stato un insuccesso e soprattutto ho evidenziato che lo riportavo per la musica che mi aveva incantato e che secondo me, ma anche a detta di altri, può identificarsi lesbica cioè il “duetto dei fiori” della Lakmè di Delibes o meglio “Viens, Mallika”. Se non hai ancora ascoltato questo duetto puoi trovarlo su youtube, a me piacciono le esecuzioni con, nella parte di Lakmè, o Joan Sutherland o Anna Netrebko che, per inciso, non sono lesbiche. Anonimo46
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